Agosto 2021
Alla scoperta di La notte brucia, storia dura e universale diretta e prodotta da due giovani donne
Brucia la notte. Bruciano le mani avide di soldi. Brucia la droga dentro la testa. Brucia tutto mentre dentro il freddo gela il corpo. Gela le esistenze, gela le relazioni, gela il futuro. Sono ragazzi, hanno diciassette e diciotto anni. Della scuola non parlano mai. Di ragazze qualche volta. Delle loro notti, sempre. Dentro le proprie vite cariche di poche aspettative una sola cosa sembra importante: il bottino che
si farà in discoteca. Più persone ci sono, più la notte si prospetta una notte ricca. Questa piccola grande storia è La notte brucia, il corto della giovane Angelica Gallo, al suo esordio nella finzione.
A dare vita al film infatti ci sono fatti di cronaca nera, che si sono ripetuti nel giro di poco tempo.
Non molti anni fa infatti alcuni ragazzi, la maggior parte minorenni, spruzzavano spray urticanti al peperoncino durante i concerti di musica trap come quello di Sfera Ebbasta, ma anche durante esibizioni di artisti come Elisa e Achille Lauro. Il desiderio di rubare collane o oggetti di valore aveva un necessario, per loro, unico scopo: comprare sostanze stupefacenti. Perché parliamo di questo corto che inizierà a breve la sua strada nei festival internazionali? Perché ha tanti numeri che vorremmo identificare in questa rubrica. Prima di tutto La notte brucia, scritto da Angelica Gallo con Nicolò Galbiati e Eugenio Deidda – protagonista anche del film – ha una produzione low budget. Lo produce la regista insieme a Guendalina Folador, conosciuta per il suo lavoro in Archimede, la casa di produzione di Matteo Garrone. La storia è confinata in una provincia che può essere una delle tante province sparse nel mondo, i cui confini sembrano limitati, minimi. Però, man mano che si dispiegano gli eventi, il cortometraggio diventa una piccola grande storia dove i tre protagonisti, quasi tutti esordienti, sono affiancati da grandi registi e attori: in una delle prime scene c’è un cameo di Abel Ferrara, poi appare Aniello Arena (ricordiamo Reality, una delle sue prime performance da protagonista durante il regime di semilibertà ottenuto) nei panni di uno spacciatore, infine Marcello Fonte, Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes per Dogman, nei panni di Sapone.
Se possiamo sintetizzare tutto in una frase potremmo dire: La notte brucia ha tre grandi autori/attori,
tre giovani esordienti che hanno fortemente voluto essere in questa dura storia, girata e prodotta da due giovanissime donne.
Credit foto©: Camilla Cattabriga
Credit articolo: Best Movie